Amuleto raffigurante il bambino regale
Oro. h. 3,1 cm, l. 2 cm, p. 0,6 cm
Nuovo Regno (1539 – 1076 a.C.)
Provenienza Ignota
Cat. 6679
Un fanciullo con il dito indice portato alla bocca, il capo rasato e la treccia laterale della giovinezza, è solitamente connesso alla figura di Hor-pa-khered (Horus il bambino) considerato figlio di Iside e Osiride. Horus il bambino, anche detto Arpocrate, era sovente rappresentato seduto sulle gambe della madre che, con la sua magia, lo aveva guarito dal morso di animali velenosi. Nel caso di questo amuleto la divinità è raffigurata di profilo, accovacciata e con indosso un ampio gonnellino plissettato, un indumento particolarmente in voga durante il Nuovo Regno. Si tratta della raffigurazione del cosiddetto “bambino regale” o “divino”, che potrebbe simboleggiare il dio sole fanciullo, appena nato, generalmente rappresentato seduto sopra un fiore di loto.
L’amuleto è realizzato in lamina d’oro e modellato in dettaglio su entrambe le facce. Il lato anteriore e il lato posteriore sono stati lavorati separatamente e poi uniti insieme in un secondo momento. La figura è infatti cava e presenta il lato destro leggermente schiacciato. Alla sommità dell’amuleto è posto un piccolo anello di sospensione, che permetteva di inserirlo in una collana o in un bracciale e utilizzarlo nella vita quotidiana o nell’aldilà. L’oro, oltre a essere un materiale estremamente prezioso, possedeva forti proprietà simboliche, poiché rappresentava la pelle degli dèi ma era anche connesso all’energia vitale e al sole.
Nonostante non sia possibile determinare il contesto di provenienza dell’amuleto, poiché giunto nella collezione del Museo Egizio a seguito di un acquisto, possiamo immaginare che il suo compito fosse quello di garantire, a chi lo indossava, la protezione magica di Iside e, al contempo, un augurio di rinascita eterna.